Bellissima recensione scritta da Max Casali per l’album DOLOS, pubblicata su artists and bands e su Music map!
Vi riportiamo il testo e il link al sito: artists and bands, Music map
"Ci fa recuperare un bel po’ di elegante tradizione folk-rock cantautorale il quarto lavoro del carrarese Renzo Cantarelli e, al pari di “Amen” del suo illustre compaesano Gabbani,
ci conduce a importanti riflessioni esistenziali, non solo sull’ umana rassegnazione ma soprattutto su solitudine, guerra, immigrazione e tanto altro. E lo ha fatto con un album in cui si avverte che i contenuti tematici e sonori sono stati elaborati e intessuti con eccellente cura che sfiora il maniacale. E l’idea viene resa brillantemente in tutte le dieci tracce di “Dolos”, e nello specifico sulle tratte aerobiche rock-folk di “Una piccola parte di te” che, a mio avviso, è uno dei candidati per un singolo insieme a “Dove sei”, semi-ballad dal refrain più accattivante ma non ruffiano, con fraseggi pianistici di gran pregio. Mentre “Riciclata esistenza” racchiude l’essenza concettuale dell’opera: ovvero, di un’etica che si è andata a farsi benedire, facendo prevalere un inquietante senso di smarrimento, per l’incapacità di sostituire i valori dispersi della vita con altri nuovi.
L’artista toscano ci conduce, con indiscutibile amenità, su territori Nomadi e annaffiatine di Modena City Ramblers e la sua voce ci sta a pennello con la cifra stilistica che si è ritagliato. In aggiunta, c’è tanta raffinatezza negli arrangiamenti con accordi stoppati di chitarra acustica in “Noi eroi”, che porta verso aperture corali e vivaci , alternandoli con quelli fascinosi dell’ elettrica di “Passo dopo passo” e “Non è aria di casa mia”, caratterizzata dall’assolo finale stiloso e trascinante. La varietà è una certezza in casa Cantarelli: non manca neppure un duetto con Brunilde Galeotti in “Si salvi chi può” , ricco di carismatici archi e piano a commentare elegantemente l’aria che regna nel brano. Sulla conclusiva “Calma apparente”, Renzo vira su sonorità che lambiscono il caraibico, con bonghi e chitarre docili che sanno ispirare intimità e intensi amarcord. Con “Dolos” Renzo ci ha consegnato una riflessione eloquente : che ne vogliamo fare della nostra esistenza ? Vogliamo continuare a lasciarla isolata e sperduta come una baita in quota oppure le ridiamo dignità riportandola a valle, per tornare alla socialità, scevra da guerra e arroganza e ritrovare quella serenità tipica dei sinceri valori di una volta? Agli ascoltatori l’ardua sentenza."
Max Casali